9 agosto 2020
Piazzale San Rocco - Amaseno 
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Care sorelle cari fratelli,
 
in questo tempo difficile, in cui ancora siamo chiamati a rispettare alcune norme per evitare che la pandemia di cui il mondo è vittima prenda di nuovo il sopravvento, siamo ancor più contenti di trovarci insieme come comunità che oggi qui, come ogni anno, venera il suo patrono, Lorenzo, diacono della Chiesa di Roma e martire. Contempliamo stupiti ancora una volta il suo sangue sciolto davanti a noi, quasi a indicarci il senso di una vita donata per il mondo in nome di Gesù Cristo e per il suo Vangelo di amore, come abbiamo ascoltato: “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane, solo; se invece muore, produce molto frutto”. Ogni anno noi vediamo ripetersi questo prodigio, che diventa per noi tutti un invito a imitarne il senso. Davanti ad esso vorremmo anzitutto affidare al Signore per l’intercessione di San Lorenzo i malati, gli anziani, i poveri, tutti coloro che ancora soffrono per il Covid-19 e per le sue conseguenze. Non possiamo dimenticare il dolore di tante famiglie, che hanno perso i loro cari, tra cui molti nonni e nonne, assieme anche a tutti coloro che in questo tempo di sofferenza si sono prodigati e si stanno prodigando per curare i malati, per soccorrere chi è in difficoltà, per visitare gli anziani, per sostenere chi ha bisogno. 

Niente sarà più come prima, cari amici. Solo chi legge questo tempo in maniera superficiale e impaurita può pensare che tutto tornerà come prima. Questo virus, che ha attraversato il mondo, ci ha fatto scoprire chi siamo davvero: donne e uomini fragili, poco preparati ad affrontare le avversità, a rispondere adeguatamente e in tempi brevi alle catastrofi, anche se avanzati nella conoscenza scientifica. Dico questo non per scoraggiarci, ma per chiedere al Signore di uscire da questo tempo migliori di come siamo entrati, meno egoisti, più solidali, più famiglia di famiglie, più comunità, più umani e compassionevoli. Abbiamo ascoltato di nuovo le parole dell’apostolo Paolo, che sono sempre di grande aiuto per la nostra vita: “Chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza con larghezza raccoglierà.. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia”. Il Signore semina in noi la sua Parola in abbondanza, semina il suo amore, si offre in cibo nell’Eucarestia, nutre il nostro cuore, non ci abbandona. Cari amici, perché non essere generosi? Perché non seminare con larghezza amore nella vita degli altri? Il Signore non ci impone una misura, ma “ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore”. Nessuno dica che non ha niente da dare! E non si tratta solo di dare un aiuto materiale. Certo anche questo, come avete fatto anche in questo tempo, e vi ringrazio per la solidarietà mostrata. A volte basta un saluto cortese o una parola affettuosa, basta fermarsi ad ascoltare un altro, visitare un anziano o un malato, aiutare chi ha bisogno, avere uno sguardo buono verso uno straniero, senza giudicare né disprezzare gli altri, basta non scrivere o condividere sui social parole violente o sprezzanti. Interroghiamoci dunque sulle parole dell’apostolo Paolo, che ci aiuteranno a uscire da questo tempo migliori di come siamo entrati. E’ un impegno che vogliamo assumerci. I grandi cambiamenti, cari amici, nascono dalle piccole scelte di ogni giorno e da un cuore grande che le compie. Sono certo che ognuno di noi ci penserà e sceglierà di uscire dalla festa di San Lorenzo con un cuore nuovo, rinnovato dall’amore di Dio. Non faremo la processione come siamo abituati, ma sapete che la processione indica il cammino del pellegrino, di chi accetta di andare verso una meta, uscendo dal suo mondo, seguendo non se stesso, ma il Signore e coloro che hanno vissuto con lui e per lui, i santi.

Oggi m’immagino che San Lorenzo passi lo stesso nelle strade di Amaseno, entri nelle vostre case, visiti la vostra vita, le vostre famiglie, gli anziani e i malati, i giovani, i piccoli, tutti, volendo anche visitare la fatica della vostra vita, fermandosi quasi ad ascoltare le vostre domande, le vostre paure, il vostro dolore, le vostre gioie. E noi, anche senza muoverci con i passi, ma solo con il cuore, seguiamolo, sciogliamo il nostro cuore come lui scioglie il suo sangue, segno della vita che egli ha donato, perché possiamo essere tutti cristiani con il cuore di Dio, che batte per noi come il nostro batte per gli altri. Grazie, nostro patrono, per questa festa speciale, diversa, ma così bella e segnata dalla tua testimonianza, quella di un uomo, un giovane, che non ha rinunciato ad amare neppure davanti alla morte, mostrando a tutti il suo tesoro: i poveri, i privilegiati di Dio. Grazie Signore perché siamo ancora qui insieme, come tuoi amici e tuoi fedeli discepoli. Ti affidiamo la nostra vita e quella del mondo, perché tu ci liberi dal male. Amen. 

+ Vescovo Ambrogio 
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